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A Wembley in programma la “Finalissima”: i precedenti e le statistiche tra Italia e Argentina
Pubblicata il 30/05/2022
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Italia e Argentina mercoledì sera si ritroveranno da avversarie a Wembley a oltre quattro anni dall’ultimo precedente, un’amichevole disputata sempre in Inghilterra, ma a Manchester, terminata 2-0 a favore dei sudamericani grazie alle reti di Banega e Lanzini nel finale. Quella era un’Italia sperimentale guidata da Luigi Di Biagio in attesa della nomina del nuovo Ct, che un paio di mesi dopo sarà Roberto Mancini, l’uomo capace di portare gli azzurri al successo di Euro 2020. Proprio la vittoria nell’ultima manifestazione continentale permetterà alla nazionale italiana di affrontare l’Albiceleste, capace di trionfare in Copa America contro il Brasile, riuscendo – proprio come l’Italia con l’Inghilterra – a passare in casa dell’avversario. Questa “Finalissima” nata come una specie di “Supercoppa per nazioni” sarà il sedicesimo confronto totale tra le due nazionali, con un leggero predominio italiano, sei successi a cinque, a fronte di quattro pareggi. Come detto in precedenza Messi e compagni si sono assicurati l’ultima sfida, ma vengono da tre vittorie consecutive, ottenute tutte dal 2000 in poi: le altre due – ancora in amichevole - sono terminate entrambe per 1-2 e sempre allo Stadio Olimpico di Roma, mentre l’ultimo successo dell’Italia risale addirittura a 35 anni fa, un 3-1 ottenuto sul campo neutro di Zurigo. Nelle partite ufficiali invece, in occasione di cinque campionati mondiali, il bilancio parla di due vittorie azzurre, in Argentina nel 1978 e in Spagna nel 1982 e tre pareggi, tutti per 1-1, con l’ultimo, in occasione del mondiale casalingo del 1990 costato ai rigori l’eliminazione in semifinale, una delle più pesanti della storia azzurra. La gara di mercoledì sarà inoltre il saluto alla nazionale di Giorgio Chiellini, con il capitano azzurro che toccherà quota 117 presenze affiancando un altro mostro sacro come Daniele De Rossi. Cercherà di chiudere in bellezza alzando un altro trofeo, sicuramente meno prestigioso dell’ultimo Europeo, o del mondiale che in tanti sognavano, ma che sarebbe il giusto addio ad una delle carriere più importanti del calcio italiano.