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Allegri-Psg, i parigini puntano il tecnico bianconero per rinascere vincente?
Pubblicata il 15/03/2022
©Shutterstock/No use without permission
Zidane, probabilmente. O magari ten Hag. Dopo il crollo clamoroso al cospetto del Real Madrid, il Psg ha virtualmente giubilato Pochettino ed è in cerca di un nuovo tecnico. I due nomi di cui sopra sono di sicuro opzioni fondate, ma fra le varie candidature sta girando anche quella di Max Allegri, che sotto certi aspetti è l'ipotesi più intrigante. Il motivo è semplice: sulla carta, non c'è alcun allenatore più lontano dalla filosofia del club parigino. Quindi proprio lui, paradossalmente, potrebbe dare la giusta dose di concretezza alla gaudente fuoriserie qatariota, che fa incetta di trofei nazionali (non potrebbe essere altrimenti) e colleziona tonfi repentini e incredibili sul palcoscenico della Champions.
Insomma, Allegri, che sembra ormai il figlio segreto di Trapattoni, sarebbe la terapia d'urto per un club che compra campioni in maniera compulsiva senza trarne un progetto solido. Potrebbe essere proprio un tipo come lui a riuscire dove altri hanno fallito: da Ancelotti a Blanc, da Emery a Tuchel (l'unico approdato a una finale di Champions), fino al flop di Pochettino. Il pragmatismo del tecnico bianconero sarebbe per esempio servito come il pane proprio nella fatale serata del Bernabeu. Con il Real resuscitato dall'errore di Donnarumma, che ha regalato un insperato 1-1, era evidente come uno tra Messi e Neymar dovesse uscire. Sarebbe forse bastato un puntello a centrocampo per evitare i due gol successivi e portare a casa il passaggio del turno. Pochettino invece non ha mosso un dito, lui come pure i due monumenti Messi e Neymar, fermi a metà campo a guardare i loro compagni affondare. Con Allegri, che a molti non piace proprio per la sua prudenza tattica, forse sarebbero usciti tutti e due. E magari il Psg almeno ai supplementari sarebbe approdato. Max non ci pensa nemmeno, hanno smentito alcuni attenti osservatori delle cose bianconere: intanto non è uno che ami allenare all'estero, e poi è legato a un contratto con la Juve fino al 2025. Se la prima osservazione può ritenersi fondata, la seconda è fragilina. Ormai dovrebbe essere chiaro che nel calcio attuale i contratti valgono relativamente: se le due parti, o anche solo una, sono decise a rescindere, la blindatura contrattuale può liquefarsi come neve al sole. In ogni caso, Allegri o no, il Psg deve puntare a un tecnico “identitario”, capace di trasformare il Luna Park parigino in un vero top club mondiale.
Insomma, Allegri, che sembra ormai il figlio segreto di Trapattoni, sarebbe la terapia d'urto per un club che compra campioni in maniera compulsiva senza trarne un progetto solido. Potrebbe essere proprio un tipo come lui a riuscire dove altri hanno fallito: da Ancelotti a Blanc, da Emery a Tuchel (l'unico approdato a una finale di Champions), fino al flop di Pochettino. Il pragmatismo del tecnico bianconero sarebbe per esempio servito come il pane proprio nella fatale serata del Bernabeu. Con il Real resuscitato dall'errore di Donnarumma, che ha regalato un insperato 1-1, era evidente come uno tra Messi e Neymar dovesse uscire. Sarebbe forse bastato un puntello a centrocampo per evitare i due gol successivi e portare a casa il passaggio del turno. Pochettino invece non ha mosso un dito, lui come pure i due monumenti Messi e Neymar, fermi a metà campo a guardare i loro compagni affondare. Con Allegri, che a molti non piace proprio per la sua prudenza tattica, forse sarebbero usciti tutti e due. E magari il Psg almeno ai supplementari sarebbe approdato. Max non ci pensa nemmeno, hanno smentito alcuni attenti osservatori delle cose bianconere: intanto non è uno che ami allenare all'estero, e poi è legato a un contratto con la Juve fino al 2025. Se la prima osservazione può ritenersi fondata, la seconda è fragilina. Ormai dovrebbe essere chiaro che nel calcio attuale i contratti valgono relativamente: se le due parti, o anche solo una, sono decise a rescindere, la blindatura contrattuale può liquefarsi come neve al sole. In ogni caso, Allegri o no, il Psg deve puntare a un tecnico “identitario”, capace di trasformare il Luna Park parigino in un vero top club mondiale.