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Atalanta, favola finita? I motivi del calo della Dea

Pubblicata il 22/02/2022
Atalanta, favola finita? I motivi del calo della Dea
©Shutterstock/No use without permission
Crisi, fine della favola, tramonto di un ciclo? Presto per tracciare giudizi così drastici, ma le crepe nel rendimento dell'Atalanta in questa stagione sono reali, oltre che largamente inattese. La vittoria in casa del Napoli, il 4 dicembre scorso, è stata l'ultima tappa veramente gloriosa, seguita dall'eliminazione dalla Champions ad opera del Villarreal, da due sole vittorie in nove partite di campionato e dal rischio di fine corsa anche in Coppa Italia, dopo il rovescio interno nell'andata con la Fiorentina. Infortuni, Covid e forfait vari non bastano a spiegare la flessione. In realtà, la “macchina” di Gasperini è concepita per rombare sempre a pieni giri, ben difficilmente riesce a vincere senza dominare gli avversari. La sua lotta uomo contro uomo presuppone una condizione fisica sempre massimale e se il motore di qualche interprete batte in testa, sono dolori. La differenza più evidente rispetto al recente passato è il rendimento degli esterni a tutta fascia, tradizionalmente tra i massimi punti di forza della Dea. Le partenze di Castagne e di Gosens (peraltro sempre infortunato quest'anno) hanno lasciato un vuoto non colmato interamente né da Zappacosta, né da Pezzella, mentre Maehle e soprattutto Hateboer sono stati finora largamente inferiori ai loro standard. Qualche defaillance importante si registra anche a metà campo, dove Pessina non è quello dell'anno scorso e lo stesso De Roon va a corrente alternata. La lungimiranza atalantina sul mercato è straordinaria, così come la capacità di Gasperini di formare i nuovi acquisti, ribadita quest'anno con Demiral e Koopmeiners. Però non sempre si possono cedere i pezzi forti (vedi Romero nella scorsa estate e lo stesso Gosens a gennaio) e non risentirne. Infine, non si può non tirare in ballo la perdita di due giocatori fantastici: il Papu Gomez e Ilicic. Uno, allontanato dopo la lite con Gasperini, l'altro vittima di un personale malessere. Senza di loro, l'Atalanta è rimasta un meccanismo formidabile, ma ha smarrito la scintilla del genio.
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