Atletico Madrid attento: c’è ancora CR7. Il portoghese a caccia del gol numero 26 in carriera contro i Colchoneros

Uno degli ottavi di finale più equilibrato è sicuramente quello tra Manchester United e Atletico Madrid, due squadre alle prese con un momento di stagione tutt’altro che positivo. I Colchoneros di Simeone, dopo aver vinto la Liga la scorsa stagione, sembrano i lontani parenti del passato, molto lontani da quella filosofia “cholista” che rendeva praticamente impossibile espugnare il fortino difeso dal sempre pronto Oblak. La classifica della Liga recita quarto posto a pari merito con il Barcellona, ultimo utile per rimanere agganciati al treno Champions, diventata tutto d’un tratto il grande obiettivo della formazione madrilena, fermata due volte a un passo dal trionfo dai cugini del Real guidati da Cristiano Ronaldo, spauracchio numero uno per l’Atletico, che stasera se lo ritroverà di nuovo di fronte per la trentaseiesima volta in carriera, la prima con la maglia dei Red Devils. Il bilancio parla chiaro: il fuoriclasse di Madeira quando vede i “rojiblancos” si esalta, con ben 25 reti totali messe a segno. Oltre al gol della staffa dal dischetto nella “Decima” dei Blancos di Lisbona, CR7 ha messo a segno anche il penalty decisivo, durante la lotteria dei rigori della finalissima europea vinta a San Siro nel 2016. Tra le tante prodezze spiccano ben quattro triplette, due messe a segno nei derby di campionato, una in semifinale di Champions League, sempre con il Real, quando da solo al Bernabeu demolì i rivali cittadini per 3-0 e l’ultima, con la maglia della Juventus, nell’incredibile rimonta dello Stadium negli ottavi 2018-19, quando il tris del fuoriclasse portoghese rimontò il 2-0 del Wanda Metropolitano, con tanto di esultanza finale di scherno verso il settore ospite. Anche per lui un periodo non facile, un solo gol nel 2022, tante critiche, un rapporto altalenante con il nuovo tecnico Rangnick, ma se il Manchester United è ancora in corsa per la Champions è principalmente merito suo, che sogna di vivere la “solita” notte di Champions proprio contro la sua vittima sacrificale.