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Il calcio femminile italiano: un fenomeno in continua crescita
Pubblicata il 18/11/2021
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Galeotto fu il mondiale del 2019. I grandi risultati ottenuti dalla nazionale allenata da Milena Bertolini nella manifestazione francese, uniti alla grossa visibilità ottenuta da Sara Gama e compagni hanno portato sempre un maggior numero di ragazzine a scegliere il calcio a dispetto di altri sport. Essere arrivati in diretta Tv su Rai, un’Italia-Brasile da oltre sette milioni di telespettatori, ha scatenato quell’effetto che ha portato nell’anno seguente al mondiale un boom del +40% di iscrizioni, passando dai circa tre mila iscritti di inizio secolo agli oltre 30 mila pre-pandemia, di cui oltre la metà Under-15. Il vantaggio tratto dal movimento non si ferma al campo numerico, ma le giocatrici stesse sono diventate vere e proprie icone sui social e non solo. Alla capitana Sara Gama è stata dedicata una Barbie, molte giocatrici della nazionale sono state chiamate a commentare su Sky le gesta dei propri colleghi agli ultimi europei, con Cristiana Girelli, numero 10 azzurro e della Juventus, invitata addirittura sul prestigioso palco dell’Ariston di Sanremo. Tutti questi numeri hanno portato finalmente al riconoscimento principale richiesto a gran voce dalle calciatrici della massima serie italiana: l’avvento del professionismo. Il dado è tratto, perché dalla prossima stagione, quella 2022-23, anche in Italia, con molti anni di ritardo rispetto ad altre nazioni, il calcio femminile raggiungerà questo status. Una grande sicurezza per ragazze che per troppi anni hanno dovuto dividersi tra lavoro e sport, e che finalmente riceveranno le adeguate tutele sanitarie, previdenziali e contributive, con tanto di guadagno per le società che non vedranno più la solita “fuga di cervelli” verso l’estero