Filtra
Scegli paese
Carlos Tevez dice basta: il calciatore del popolo saluta il calcio giocato
Pubblicata il 06/06/2022
©Shutterstock/No use without permission
Non ci sarà più nessun urlo dell'Apache. Carlos Tévez dice definitivamente addio al calcio all'età di 38 anni, il 4 giugno, esattamente un anno dopo l'ultima partita da professionista con il Boca Juniors, club al quale sarà legato indissolubilmente, in un rapporto che va ben oltre quello tra un professionista e la sua squadra di appartenenza. Con gli Xeinezes l'esordio nel 2001, il primo campionato argentino vinto nel 2003 con la seguente Copa Libertadores - con tanto di celebre esultanza in casa dei rivali del River - il premio di miglior giocatore Sudamerica, uno strano passaggio in Brasile al Corinthians prima di approdare finalmente in Europa. La prima tappa è il West Ham, trascinato alla salvezza a suon di gol nel finale di campionato dopo un inizio duro con Pardew che lo schierava ala sinistra. Bastò poco al fiuto di Sir Alex Ferguson per capire il valore del giocatore che rispose subito presente nella Coppa Campioni vinta nel 2008 contro il Chelsea. Anche qui durò poco e dopo aver collezionato anche 2 Premier e 34 gol in due stagioni il clamoroso passaggio al City, dove Tévez diventa il vero trascinatore. 52 gol nelle prime due annate, per poi complicare il rapporto con Roberto Mancini, in una sera di Champions in cui si rifiutò di entrare. Le scuse e il ritorno giusto in tempo per riportare il club al titolo nazionale 44 anni dopo l'ultima gioia, proprio ai danni degli ex compagni dello United. Tuttavia il rapporto è oramai logoro e Tevez, dopo aver sfiorato il passaggio al Milan, arriva in Italia, con precisione nella Juventus di Antonio Conte che fa di lui il leader tecnico e carismatico della squadra dei 102 punti. In estate l'improvviso addio del tecnico pugliese non cambia niente, anche con l'arrivo di Allegri l'argentino è sempre al centro del progetto, in una stagione magica, con il Triplete sfiorato solo a causa della sconfitta in finale di Champions League contro il Barca. Nonostante in Europa dominasse ancora, per lui il richiamo di casa era troppo forte e pochi mesi dopo il ritorno al Boca era cosa fatta. Una piccola parentesi in Cina da 40 milioni annui, dove si vide la peggior versione del giocatore, che scelse ancora una Bombonera solo un anno dopo mettendo da parte il contratto della vita. Ha concluso con la maglia che ha cucito sulla pelle con 95 gol in 297 partite e 10 trofei, mancando però l'acuto con la nazionale Albiceleste, dove è forte il rimpianto del mondiale 2014 perso in finale dall'Argentina senza Tevez, incredibilmente non convocato per scelta tecnica, una decisione ancora senza una logica spiegazione per l'uomo del popolo, un leader e un fuoriclasse che ha lasciato una traccia concreta in ogni club in cui ha militato.