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Conte-Tottenham è fatta: il tecnico italiano per la seconda volta in carriera subentra a stagione in corso
Pubblicata il 02/11/2021
©Shutterstock/No use without permission
Antonio Conte, dopo l’addio estivo dall’Inter torna di nuovo in Premier League, ancora a Londra, stavolta sponda Tottenham per uno spostamento di qualche chilometro più a nord rispetto l’esperienza trionfale avuta nel Chelsea con cui conquistò in due anni Premier League e FA CUP. Prende il posto di Nuno Espirito Santo che paga i sei punti arrivati nelle successive otto gare, e la pesante sconfitta interna subita per 0-3 contro un Manchester United in crisi dopo un avvio fulmineo da 9 punti nei primi tre match. Decisivo per la decisione finale il neo direttore sportivo Fabio Paratici che proprio con Conte costruì quella Juventus capace poi di vincere nove scudetti consecutivi.
Per il tecnico pugliese sarà la seconda volta in panchina da subentrante dopo la negativa esperienza con l’Atalanta nella stagione 2009-10. Arrivato a settembre al posto di Gregucci, la sua avventura bergamasca durò fino a gennaio, solo 13 partite, soprattutto a causa di un rapporto mai nato con squadra e tifoseria. L’inizio fu dei migliori: 9 punti nelle prime cinque gare, prima che una lite con il capitano e bandiera Cristiano Doni fece precipitare le cose fino alle dimissioni post sconfitta interna con il Napoli. Sul campo in totale arrivarono 13 punti in altrettante partite per una squadra che Conte non ha mai sentito a pieno dalla sua parte, prerogativa fondamentale per riuscire nel proprio intento.
In casa Tottenham si aspettano tanto da lui, per un progetto che si è fermato dopo la finale di Champions League raggiunta nel 2019. Starà al solito incessante lavoro del martello italiano, molto apprezzato Oltremanica, riportare a grandi livelli una squadra in piena crisi d’identità come già successo con Juventus, Chelsea ed Inter, seppur con tutte le difficoltà derivate da prendere una squadra in corsa non plasmata sul proprio credo calcistico.
Per il tecnico pugliese sarà la seconda volta in panchina da subentrante dopo la negativa esperienza con l’Atalanta nella stagione 2009-10. Arrivato a settembre al posto di Gregucci, la sua avventura bergamasca durò fino a gennaio, solo 13 partite, soprattutto a causa di un rapporto mai nato con squadra e tifoseria. L’inizio fu dei migliori: 9 punti nelle prime cinque gare, prima che una lite con il capitano e bandiera Cristiano Doni fece precipitare le cose fino alle dimissioni post sconfitta interna con il Napoli. Sul campo in totale arrivarono 13 punti in altrettante partite per una squadra che Conte non ha mai sentito a pieno dalla sua parte, prerogativa fondamentale per riuscire nel proprio intento.
In casa Tottenham si aspettano tanto da lui, per un progetto che si è fermato dopo la finale di Champions League raggiunta nel 2019. Starà al solito incessante lavoro del martello italiano, molto apprezzato Oltremanica, riportare a grandi livelli una squadra in piena crisi d’identità come già successo con Juventus, Chelsea ed Inter, seppur con tutte le difficoltà derivate da prendere una squadra in corsa non plasmata sul proprio credo calcistico.