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Dal ritorno di Balotelli ai volti nuovi di Joao Pedro e Frattesi: tutte le novità di Mancini
Pubblicata il 26/01/2022
©Shutterstock/No use without permission
Sono in 35, giovani (quasi tutti) e forti: lo stage azzurro organizzato nella pausa del campionato consente a Mancini una panoramica a largo raggio, tra titolari collaudati e scommesse future. I volti nuovi, ovvero quelli mai convocati prima, sono sette: uno solo, Joao Pedro, è nel pieno della maturità; fra gli altri, ci sono giovani già affermati in serie A come Luiz Felipe, Samuele Ricci e Frattesi, e ragazzi che la massima serie l'hanno finora solo sognata, o tutt'al più assaggiata. Parliamo del portiere della Cremonese (serie B) Marco Carnesecchi, ventunenne di proprietà dell'Atalanta; il centrocampista centrale Nicolò Fagioli, anche lui nella Cremonese, classe 2001, in prestito dalla Juve (l'anno scorso si è diviso tra la panchina dei grandi e il campo con la Juventus B); il difensore Giorgio Scalvini, che gioca nell'Atalanta, ha compiuto da poco 18 anni ed è entrato di recente nell'orbita della prima squadra. Gasperini di lui si fida a tal punto che, complici numerose assenze, nell'ultimo impegno di campionato, in casa della Lazio, l'ha messo dentro dal primo minuto, facendogli fare il centrocampista e ottenendone una prestazione di grande sostanza. Tutti e tre sono già passati per l'Under 21, che per i commissari tecnici azzurri è sempre un serbatoio privilegiato. Il tempo dirà se l'ultima nidiata di talenti scovata da Mancini avrà un futuro azzurro importante. Di certo, sul tema, il tecnico ha già più volte dimostrato una certa lungimiranza. Basti ricordare il caso di Zaniolo, chiamato in azzurro quando ancora non aveva sulle spalle neanche un minuto in Serie A; oppure la convocazione, nel novembre 2018, del diciottenne Tonali, che aveva da poco cominciato il suo percorso in serie B con il Brescia.
In questi ragazzi più o meno maggiorenni, l'attuale ct può rivedere se stesso: anche lui fu convocato giovanissimo in Nazionale. Era il 1984, aveva appena 19 anni, Bearzot lo portò in tournée in Nord America. Un premio significativo, in tempi in cui entrare nel giro azzurro era a dir poco complicato. Solo che il ragazzino se ne andò di nascosto a Manhattan, scappando dal ritiro, proprio il genere di cose che Bearzot non sopportava. Ovviamente, finché il “Vecio” rimase sulla tolda azzurra, per Mancini le porte della Nazionale rimasero chiuse a doppia mandata.
In questi ragazzi più o meno maggiorenni, l'attuale ct può rivedere se stesso: anche lui fu convocato giovanissimo in Nazionale. Era il 1984, aveva appena 19 anni, Bearzot lo portò in tournée in Nord America. Un premio significativo, in tempi in cui entrare nel giro azzurro era a dir poco complicato. Solo che il ragazzino se ne andò di nascosto a Manhattan, scappando dal ritiro, proprio il genere di cose che Bearzot non sopportava. Ovviamente, finché il “Vecio” rimase sulla tolda azzurra, per Mancini le porte della Nazionale rimasero chiuse a doppia mandata.