Dal Sassuolo alla conquista della Nazionale, Raspadori uomo simbolo del nuovo corso azzurro

“Se solo ci fosse stato Raspadori dall’inizio contro la Macedonia del Nord…” è stato questo il messaggio quasi univoco, soprattutto sui social, dopo la doppietta che il classe 2000 ha siglato ieri sera nell’amichevole in casa della Turchia. Il giovane attaccante del Sassuolo ha sì avuto spazio nella debacle di Palermo – poco meno di mezz’ora nella ripresa – non così tanto però da risultare decisivo per il successo finale, mostrando però una brillantezza superiore ai suoi compagni di reparto. Proprio quello spezzone di gara ha convinto Mancini a schierarlo nel match di Konya in cui è stato il grande protagonista siglando due gol da bomber consumato. Invece “Jack” è solo alla presenza numero nove con la maglia azzurra, la terza dal primo minuto, tre come i gol toccati dopo ieri sera in nazionale. Quanto Mancini fosse sensibile al talento dell’emiliano lo si era notato già dal fine della scorsa stagione, quando lo aggregò alla squadra per l’Europeo con alle spalle solamente un quarto d’ora disputato nell’amichevole di giugno contro la Repubblica Ceca. Nella manifestazione continentale arrivò solo uno spezzone nell’ultima vittoria del girone contro il Galles, utile però per restare per sempre uno degli eroi azzurri di Euro2020. Pochi mesi dopo dal trionfo di Wembley invece la situazione è cambiamento totalmente, dal giubilo al fallimento con una nuova rivoluzione tecnica all’orizzonte e lasciando da parte i soliti immancabili paragoni, per quanto visto in Serie A – 9 gol record personale – e in nazionale, sembra impossibile non puntare su di lui per risolvere quei problemi offensivi diventati ormai atavici.