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Dal trionfo di Berlino alla disfatta di Palermo: il mondiale per gli azzurri è diventato un tabù
Pubblicata il 25/03/2022
©Shutterstock/No use without permission
Alzi la mano chi avrebbe mai pensato vedere l’Italia non partecipare a due edizioni consecutive di un campionato mondiale. Già l’eliminazione nei playoff contro la Svezia del 2017 era sembrata una catastrofe sportiva, superata di gran lunga dall’incredibile sconfitta rimediata ieri sera al “Barbera” contro la Macedonia del Nord. Dal trionfo del 9 luglio 2006 di Monaco, quando l’Italia di mister Lippi si laureò campione del mondo 24 anni dopo il “Mundial” di Spagna, il rapporto tra gli azzurri e la competizione per nazioni più importante ha avuto dei seri problemi. Partendo da Sudafrica 2010 quando da detentori del titolo arrivò un incredibile ultimo posto – con due pareggi e una sconfitta - in un girone ampiamente alla portata, che vedeva formazioni di secondo piano come Paraguay, Slovacchia e Nuova Zelanda. Arrivò invece una vittoria nell’esordio contro l’Inghilterra in Brasile, seguita però da due sconfitte di misura contro Costarica e Uruguay in quello che resta l’ultimo mondiale disputato. Un bilancio di una vittoria in sei incontri, per una nazionale da sempre protagonista nella competizione sembrava inaccettabile, ma non era assolutamente niente se confrontato agli ultimi due fallimenti. Due secondi posti nei gironi di qualificazione, dietro la Spagna nel 2017, e la Svizzera nel 2022 - con il peso dei due rigori decisivi sbagliati da Jorginho proprio contro gli elvetici – e soprattutto le pesanti figure rimediate negli spareggi, vedranno Chiellini e compagni assistere nuovamente da spettatori alla fase finale in Qatar, con la speranza, proprio come cinque anni fa, che sia davvero l’ultima volta.