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Dieta, intensità e programmazione: la rivoluzione Conte al Tottenham
Pubblicata il 12/11/2021
©Shutterstock/No use without permission
«Il colpo lo fa chi mi prende». Antonio Conte lo ha detto scherzando, in risposta all'inviato delle Iene, che lo provocava sul suo principesco accordo con il Tottenham. Ma al di là dello scherzo, l'autostima e la convinzione non mancano di certo al nuovo tecnico degli Spurs, e sulle sue immediate qualità taumaturgiche sono d'accordo in molti. In attesa di riscontri a medio termine, Conte è tornato nel pianeta Premier alla sua maniera, cercando di azzerare rapidamente abitudini e consuetudini non gradite. E siccome si sa che gli inglesi sulla dieta lasciano un po' a desiderare, uno dei primi diktat ha riguardato proprio il regime alimentare: «Siete in sovrappeso», è stato il messaggio del tecnico. E quindi, via i cibi pesanti dal menù del centro sportivo, via Ketchup e maionese, e basta anche con bibite gassate e succhi di frutta. Inoltre, meno olio e burro, più frutta.
È vero che questo tipo di imposizioni suscita nei calciatori immediate contromisure, come accadeva nei lunghi ritiri di zemaniana memoria, quando i giocatori, stremati per gli allenamenti durissimi e affamati come lupi, organizzavano approvvigionamenti “illegali” di sandwich e merendine. Tuttavia, Conte non è tipo da mollare l'osso: chiederà cento per ottenere almeno cinquanta, e il suo staff si incaricherà di controllare, bilancia alla mano. In ogni caso, il “metodo Conte” è già partito: fonti inglesi riferiscono che durante la pausa dedicata alle qualificazioni mondiali i giocatori del Tottenham convocati dalle rispettive nazionali hanno ricevuto un programma di allenamento extra. Obiettivo, migliorare in fretta la condizione fisica per soddisfare il concetto chiave del calcio di Conte: intensità, anzi nello specifico “intensity”, il termine che gira parecchio sui media britannici a proposito del nuovo corso degli Spurs. Gli inizi sono promettenti, anche per quanto riguarda il rapporto con la rosa: «È un allenatore speciale – ha detto il difensore esterno Reguilon – i suoi allenamenti sono duri, anche se non abbiamo avuto ancora molte occasioni di lavorare e di capire le cose che vuole in campo. Abbiamo fatto molti incontri con i video, credo che quando tutti torneranno dalle nazionali ripartiremo alla grande». Sembra che un elemento chiave che ha impressionati i giocatori del Tottenham è stato il tipo di comunicazione di Conte e del suo staff (sei persone, tra cui il celebre preparatore Ventrone, che lavorò con la Juve di Lippi, con Conte giocatore), che prevede spiegazioni continue ai singoli, compresi i motivi per cui giocano o fanno panchina. La fama del tecnico ex Juve e Inter è talmente limpida in terra britannica (malgrado le turbolenze nel secondo anno al Chelsea) da suscitare un convinto omaggio anche da parte dei “nemici”. Sentito, ad esempio, l'omaggio di Arteta, tecnico dell'Arsenal, squadra a dir poco rivale del Tottenham: «Il suo arrivo è incredibilmente positivo per la Premier, perché alza il livello. Porta idee nuove e sarà ancora più dura per tutti. Antonio ha avuto successo dove ha allenato, vedremo ora cosa farà al Tottenham». Scontato invece l'endorsement di Lukaku: «Per un giocatore è fondamentale imparare a vincere. Lui ce lo ha insegnato».
È vero che questo tipo di imposizioni suscita nei calciatori immediate contromisure, come accadeva nei lunghi ritiri di zemaniana memoria, quando i giocatori, stremati per gli allenamenti durissimi e affamati come lupi, organizzavano approvvigionamenti “illegali” di sandwich e merendine. Tuttavia, Conte non è tipo da mollare l'osso: chiederà cento per ottenere almeno cinquanta, e il suo staff si incaricherà di controllare, bilancia alla mano. In ogni caso, il “metodo Conte” è già partito: fonti inglesi riferiscono che durante la pausa dedicata alle qualificazioni mondiali i giocatori del Tottenham convocati dalle rispettive nazionali hanno ricevuto un programma di allenamento extra. Obiettivo, migliorare in fretta la condizione fisica per soddisfare il concetto chiave del calcio di Conte: intensità, anzi nello specifico “intensity”, il termine che gira parecchio sui media britannici a proposito del nuovo corso degli Spurs. Gli inizi sono promettenti, anche per quanto riguarda il rapporto con la rosa: «È un allenatore speciale – ha detto il difensore esterno Reguilon – i suoi allenamenti sono duri, anche se non abbiamo avuto ancora molte occasioni di lavorare e di capire le cose che vuole in campo. Abbiamo fatto molti incontri con i video, credo che quando tutti torneranno dalle nazionali ripartiremo alla grande». Sembra che un elemento chiave che ha impressionati i giocatori del Tottenham è stato il tipo di comunicazione di Conte e del suo staff (sei persone, tra cui il celebre preparatore Ventrone, che lavorò con la Juve di Lippi, con Conte giocatore), che prevede spiegazioni continue ai singoli, compresi i motivi per cui giocano o fanno panchina. La fama del tecnico ex Juve e Inter è talmente limpida in terra britannica (malgrado le turbolenze nel secondo anno al Chelsea) da suscitare un convinto omaggio anche da parte dei “nemici”. Sentito, ad esempio, l'omaggio di Arteta, tecnico dell'Arsenal, squadra a dir poco rivale del Tottenham: «Il suo arrivo è incredibilmente positivo per la Premier, perché alza il livello. Porta idee nuove e sarà ancora più dura per tutti. Antonio ha avuto successo dove ha allenato, vedremo ora cosa farà al Tottenham». Scontato invece l'endorsement di Lukaku: «Per un giocatore è fondamentale imparare a vincere. Lui ce lo ha insegnato».