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Ex a caccia di rivincite: Sarri, Spalletti e Pioli sfidano il proprio passato

Pubblicata il 19/11/2021
Ex a caccia di rivincite:  Sarri, Spalletti e Pioli sfidano il proprio passato
©Shutterstock/No use without permission
La vendetta dell’ex è una delle rivincite più temute nel mondo del calcio e nel caso specifico della tredicesima giornata di Serie A il calendario ha voluto metterci lo zampino offrendo a tre allenatori la rivincita contro l’ultimo club allenato prima della squadra attuale. Il primo è Maurizio Sarri che ospiterà all’Olimpico la Juventus. Il tecnico toscano e la Juventus non hanno mai avuto un rapporto idilliaco, dai tempi degli scontri tra il suo Napoli e i bianconeri, rivali numeri uno dei partenopei con tanto di scudetto perso “in hotel” a Firenze. Dopo i cinque anni di Allegri l’idea della dirigenza della Juventus fu di cambiare del tutto tipologia di calcio, passando dal “risultatismo” al “sarrismo”. Le cose non andarono nel verso sperato, arrivò un faticoso scudetto, il nono consecutivo per il club, il primo di sempre per il tecnico ma un rapporto mai nato con l’ambiente fece propendere il presidente Agnelli per la sostituzione, con Sarri che definì quel gruppo, con a capo CR7, inallenabile. Luciano Spalletti invece tornerà a San Siro dove ha guidato per due anni l’Inter. Era una formazione, quella nerazzurra, in una crisi d’identità e di risultati abbastanza evidente. Il tecnico di Certaldo fu bravissimo a ricompattare l’ambiente, ergersi a scudo per difendere i propri giocatori che il primo anno lo ripagarono con il ritorno in Champions acciuffato in extremis nello scontro diretto dell’Olimpico contro la Lazio. La stagione seguente il risultato fu il medesimo, ma Spalletti pagò l’insistenza nel richiedere Naingollan in estate, con tanto di sacrificio di Zaniolo, più il delicato caso Icardi. Il neo direttore generale Marotta scelse un suo vassallo, Antonio Conte, che in due anni riportò i nerazzurri sul tetto d’Italia. Discorso diverso per Stefano Pioli, arrivato in una piazza che lo conosceva già bene visto il suo lungo passato da giocatore viola. Nel primo anno del tecnico arrivò la straziante tragedia di Davide Astori, morto ad Udine durante il ritiro pre-partita. Qui uscì fuori tutto il valore dell’uomo bravissimo a compattare un gruppo evidentemente scosso che concluse all’ottavo posto la stagione. Non andò così male neanche l’anno successivo quando però ci si aspettava un salto di qualità mai arrivato. Pioli rassegnò le sue dimissioni dopo la sconfitta interna con il Frosinone con la squadra a metà classifica e in semifinale di Coppa Italia. Da quel momento fino al recente arrivo di Italiano per la Fiorentina è stata solo lotta per non retrocedere, segno dell’ottimo lavoro svolto dall’emiliano. Le nuove esperienze dei tre tecnici, Spalletti e Pioli soprattutto, sta dimostrando come alcune volte certe scelte siano scellerate e frettolose, e proprio questo weekend è l’occasione giusta per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
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