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Fiorentina vista Europa: la viola di Italiano è la sorpresa della Serie A

Pubblicata il 06/12/2021
Fiorentina vista Europa: la viola di Italiano è la sorpresa della Serie A
©Shutterstock/No use without permission
Sognare, finalmente a Firenze si può. Dopo anni mediocri con lo spettro della serie B a incutere terrore, alla Fiorentina è tornato il sereno. Tutto merito del nuovo corso di Vincenzo Italiano, bravo a restituire a una piazza spenta l’ardore dei bei tempi. Non solo la qualità del gioco e l’entusiasmo, è la classifica dei Viola a parlare chiaro: quinto posto in classifica a pari merito con la Juventus, in piena lotta per un ritorno in Europa. Il diktat voluto dal tecnico ex Spezia è chiaro fin dal primo giorno, giocarsela con tutti ad armi pari senza mai sconfessare il proprio credo, e i risultati si sono visti fin da subito, dal successo in casa dell’Atalanta ad una serie di ottime prestazioni tra cui spunta il successo per 4-3 contro un Milan fino a quel momento imbattuto. Non sono mancati gli incidenti di percorso come la sconfitta contro la Juventus nel recupero o la clamorosa rimonta subito dall’Empoli nel derby. La Fiorentina del passato si sarebbe sciolta come neve al sole, questa è ripartita più consapevole che mai. Merito di un gruppo coeso, guidato da capitan Milenkovic, subito conquistato dal nuovo corso tecnico tanto da voler rinnovare un contratto in scadenza che lo vedeva prossimo all’addio, in cui brillano giocatori sembrati praticamente fuori dal progetto come Callejon e Saponara. Anche la dirigenza hai i suoi meriti, non nascondendosi in un mercato estivo che ha visto arrivare dallo Stoccarda un talento come il nazionale argentino Nico Gonzalez, cercato da squadre di mezza Europa, per poi puntellare la rosa con due richieste di Italiano come Odriozola e Torreira, calciatori di qualità e carattere. Questa macchina costruita con tanto lavoro non funzionerebbe così, però, senza Dusan Vlahovic. Il serbo è la vera arma in più nonostante il suo futuro sembra lontano da Firenze. Il serbo non se ne preoccupa, giocando ogni partita al massimo e i 13 gol e la vetta della classifica marcatori ne sono la dimostrazione. Al “Franchi” se lo godono perché un attaccante così non si vedeva dai tempi di Batistuta e Toni, gli ultimi due a salire sul trono dei re dei bomber e a spingere la squadra verso la Champions League, quel sogno che in pochi hanno il coraggio di pronunciare, ora lontano solo 7 punti.
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