Icardi "fantasma", l'argentino sempre più lontano parente del bomber che fu

Pubblicata il 03/02/2022
Icardi "fantasma", l'argentino sempre più lontano parente del bomber che fu
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Un “fantasma”: il giudizio tutt'altro che edificante viene da un tweet di Opta, a commento della recente prova di Mauro Icardi contro il Nizza in Coppa di Francia. Schierato titolare da Pochettino, al centro di un tridente con Messi e Draxler, il numero 9 ha giocato 64 minuti, toccando la miseria di 6 palloni, “il peggior numero totale per un giocatore del Psg che ha giocato più di 45 minuti da quando Opta elabora i dati in tutte le competizioni (2014/15)”, rileva la società di statistiche. Per la cronaca, il Psg dei nababbi è stato inchiodato dal Nizza sullo 0-0 e poi eliminato ai rigori. Per Icardi, l'ennesima occasione persa: l'appellativo di fantasma, al di là della singola prova, rende l'idea della sua attuale dimensione calcistica, sempre più marginale e subalterna rispetto alle cronache del gossip internazionale, che invece lo vedono costantemente al centro dell'attenzione.

Nel corso del mercato invernale appena chiuso, il suo nome è stato accostato a più di un club. In Italia, si è parlato soprattutto di Juve, almeno fino a quando non si è concretizzato l'affare Vlahovic. Alla fine è rimasto a Parigi, dove è coperto fino al 2024 da un contratto di 7,5 milioni di euro a stagione. Del tutto evidente l'intenzione del Psg di cederlo, così come la difficoltà di eventuali acquirenti ad accollarsi un ingaggio così pesante. Tutto è quindi rimandato a giugno. Sarà possibile rivederlo in Italia? Può darsi, a patto che il giocatore sia disponibile a ridursi sensibilmente lo stipendio. In ogni caso, da escludere la Juve, ormai a posto, così come l'Inter, che ha già dato. Possibile, invece, un interessamento del Milan, che ha bisogno di un “cercatore di gol” per ragioni soprattutto anagrafiche, vista l'età di Ibra e Giroud. Le sirene di mercato raccontano anche di possibili trattative con la Roma. Quanto al Napoli, che cercò ripetutamente di prendere l'argentino anni fa, difficile immaginare uno Spalletti di nuovo alle prese con Icardi, dopo gli screzi interisti.

A frenare l'interesse dei club concorrono verosimilmente due ordini di fattori: il primo fa capo proprio al citato alone “gossipparo” che circonda oggi il giocatore, i cui travagli con la moglie-agente Wanda Nara (peraltro non proprio amatissima nel mondo del calcio) hanno riempito le cronache rosa. Il secondo è di natura prettamente calcistica: la figura del centravanti dedito solo alla personale ricerca del gol non è ultimamente molto apprezzata. Molto più gettonati gli attaccanti disponibili al dialogo con la squadra e al sacrificio in interdizione. Ne è un buon esempio proprio l'Inter del dopo Icardi, salita di tono con i muscoli e i chilometri di Lukaku, sostituito a sua volta da un centravanti-trequartista come Dzeko. In questa ottica, i sei palloni toccati contro il Nizza non sono altro che la rappresentazione estrema del calcio di Icardi, fatto di lunghi torpori riscattati da improvvisi e letali agguati. Il problema è che la frequenza degli agguati sembra in forte regresso: in questa stagione i suoi centri sono al momento 5 in tutte le competizioni, su un totale di 1252 minuti giocati. Vuol dire una rete ogni 250 minuti, non molto per chi gioca nella squadra più forte e fa del gol l'unico obiettivo.