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Dall’impresa del 1992 alla qualificazione ai Mondiali 2022, la Danimarca è pronta a stupire ancora

Pubblicata il 19/10/2021
Dall’impresa del 1992 alla qualificazione ai Mondiali 2022, la Danimarca è pronta a stupire ancora
©Shutterstock/No use without permission

Hanno visto il baratro, umano e sportivo, e hanno saputo evitarlo, diventando ancora più forti. La Danimarca nel calcio è questo e altro, uno Stato di nemmeno sei milioni di abitanti da cui escono nazionali in grado di fare miracoli. Agli Europei dell'estate scorsa la loro avventura sembrava finita sul nascere, dopo il dramma (per fortuna a lieto fine) di Eriksen, la contemporanea sconfitta al debutto contro la Finlandia e lo stop al secondo turno contro il Belgio. Da allora in poi, la squadra guidata in panchina da Kasper Hjulmand, non ha sbagliato praticamente

a: agguantata in extremis la qualificazione agli ottavi battendo la Russia, ha superato Galles e Repubblica Ceca senza soffrire, approdando in semifinale contro i padroni di casa inglesi. E lì ha sfiorato il gran colpo, cedendo solo ai supplementari per un bel tuffo di Sterling premiato con il più discutibile dei rigori. Delusione, ciclo finito? Neanche per sogno, la Danimarca ha ripreso subito a correre e a vincere, conquistando con due turni di anticipo la qualificazione ai mondiali del 2022, seconda squadra europea a riuscirci dopo la Germania. Vero che il girone non era fra i più severi (le altre erano Scozia, Israele, Austria, Faer Oer e Moldavia) ma il filotto di otto vittorie che ha dato ai danesi la qualificazione aritmetica è comunque notevole, anche perché ottenuto con 27 gol all'attivo e nessuno incassato. Quello del Qatar sarà per la Danimarca il sesto mondiale. Nei precedenti (1986, 1998, 2002, 2010 e 2018) è stata eliminata solo una volta nel girone, nel 2010. Miglior risultato, nel 1998, i quarti disputati e persi di misura (3-2) con il Brasile. è mancato il grande acuto, tipo quello del 1992, quando la generazione di Schmeichel (padre), Elkjaer, Brian Laudrup e Olsen conquistò a sorpresa gli Europei. Il prossimo anno toccherà a Kjaer, Schmeichel (figlio), Maehle, Damsgaard, Dolberg e compagni. Il talento non manca e nemmeno il carattere, oltre alla proverbiale duttilità che rende i calciatori danesi adatti a ogni campionato e ad ogni scuola. Di sicuro, sul grande palcoscenico mondiale, non reciteranno da comparse.

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