Filtra
Scegli paese
In lotta per lo scudetto in Italia, ma già fuori dall'Europa: il paradosso di Inter, Milan e Napoli
Pubblicata il 09/03/2022
©Shutterstock/No use without permission
E adesso, lotta scudetto in santa pace. Dopo l'eliminazione dell'Inter dalla Champions, le prime tre della Serie A (oltre ai nerazzurri, anche Milan e Napoli, già fuori dalle coppe) lotteranno senza altre “distrazioni” per il tricolore. Ironia a parte, una situazione non proprio onorevole per il calcio italiano, anche perché rappresenta un unicum nei cinque grandi campionati europei.
Rapida occhiata in casa d'altri: le prime tre della Premier sono ancora tutte in Champions. Il Liverpool è già ai quarti, il City praticamente pure, dopo lo 0-5 allo Sporting, il Chelsea quasi, dopo il 2-0 interno rifilato al Lille. Anche l'attuale podio della Liga è tutto in Europa: in bilico il Real impegnato nella difficile sfida con il Psg in Champions, mentre Siviglia e Barcellona si candidano a vincere l'Europa League. Quanto alla Germania, due su tre sono ancora in lizza: il Bayern ha fragorosamente conquistato i quarti di Champions con un 7-1 al Salisburgo, il Bayer Leverkusen deve vedersela in Europa League con l'Atalanta. È fuori solo il Borussia Dortmund, inopinatamente eliminato in Europa League dai Rangers di Glasgow. Infine, la Francia: il Psg se la gioca come detto con il Real, il Marsiglia è in Conference League. Il Nizza, nono lo scorso anno in Ligue 1, non partecipava alle coppe.
E dunque, come si spiega questa debacle italiana? Si è molto insistito ultimamente sulla differenza di livello, soprattutto per ciò che riguarda ritmo e intensità, fra le nostre squadre e le migliori espressioni europee. Argomentazioni fondate, ma senza esagerare. Proprio l'Inter, per esempio, ha lottato più o meno ad armi pari con il Liverpool, una delle squadre più forti del mondo, giocando per lunghi tratti meglio degli inglesi. Lo stesso Milan ha raccolto meno di quanto abbia seminato, in un girone di Champions League a dir poco difficile (Liverpool, Atletico Madrid, Porto), mentre il Napoli in Europa League è incappato in un Barcellona in piena riemersione dopo i disastri della gestione Koeman.
Va anche detto che le grandi squadre straniere sembrano sopportare molto meglio il doppio impegno campionato-coppe, che spesso per le italiane si trasforma in un tour de force ad altissimo grado di usura fisica e mentale. Il nostro calcio non è certo il più bello del mondo, ma per molti aspetti rimane il più stressante, tanto da suggerire talvolta agli allenatori dei turn over tanto accentuati da abbassare sensibilmente il livello tecnico.
In ogni caso, le statistiche ricordano che, dopo l'Inter del triplete, le squadre italiane in Champions hanno raccolto in undici edizioni solo due finali (con la Juve) e nessun titolo. E che in Europa League di successi italiani non c'è traccia: bisogna risalire alla vecchia Coppa Uefa per trovare il trionfo del Parma di Tanzi, nel 1999. Un bilancio troppo magro per essere casuale
Rapida occhiata in casa d'altri: le prime tre della Premier sono ancora tutte in Champions. Il Liverpool è già ai quarti, il City praticamente pure, dopo lo 0-5 allo Sporting, il Chelsea quasi, dopo il 2-0 interno rifilato al Lille. Anche l'attuale podio della Liga è tutto in Europa: in bilico il Real impegnato nella difficile sfida con il Psg in Champions, mentre Siviglia e Barcellona si candidano a vincere l'Europa League. Quanto alla Germania, due su tre sono ancora in lizza: il Bayern ha fragorosamente conquistato i quarti di Champions con un 7-1 al Salisburgo, il Bayer Leverkusen deve vedersela in Europa League con l'Atalanta. È fuori solo il Borussia Dortmund, inopinatamente eliminato in Europa League dai Rangers di Glasgow. Infine, la Francia: il Psg se la gioca come detto con il Real, il Marsiglia è in Conference League. Il Nizza, nono lo scorso anno in Ligue 1, non partecipava alle coppe.
E dunque, come si spiega questa debacle italiana? Si è molto insistito ultimamente sulla differenza di livello, soprattutto per ciò che riguarda ritmo e intensità, fra le nostre squadre e le migliori espressioni europee. Argomentazioni fondate, ma senza esagerare. Proprio l'Inter, per esempio, ha lottato più o meno ad armi pari con il Liverpool, una delle squadre più forti del mondo, giocando per lunghi tratti meglio degli inglesi. Lo stesso Milan ha raccolto meno di quanto abbia seminato, in un girone di Champions League a dir poco difficile (Liverpool, Atletico Madrid, Porto), mentre il Napoli in Europa League è incappato in un Barcellona in piena riemersione dopo i disastri della gestione Koeman.
Va anche detto che le grandi squadre straniere sembrano sopportare molto meglio il doppio impegno campionato-coppe, che spesso per le italiane si trasforma in un tour de force ad altissimo grado di usura fisica e mentale. Il nostro calcio non è certo il più bello del mondo, ma per molti aspetti rimane il più stressante, tanto da suggerire talvolta agli allenatori dei turn over tanto accentuati da abbassare sensibilmente il livello tecnico.
In ogni caso, le statistiche ricordano che, dopo l'Inter del triplete, le squadre italiane in Champions hanno raccolto in undici edizioni solo due finali (con la Juve) e nessun titolo. E che in Europa League di successi italiani non c'è traccia: bisogna risalire alla vecchia Coppa Uefa per trovare il trionfo del Parma di Tanzi, nel 1999. Un bilancio troppo magro per essere casuale