Italia-Argentina, la partita della svolta Mundial compie 40 anni
“Italia facci sognare”. Uno striscione compare a Barcellona, davanti all’Estadio de Sarriá. È la vigilia della seconda fase a gironi del Mondiale 1982. La Nazionale è in silenzio stampa da giorni e Italia-Argentina si profila come una partita dall’esito certo: gli azzurri verranno sconfitti. E invece no. È il 29 giugno e i giocatori di Enzo Bearzot ancora non sanno che contro Diego Maradona e compagni arriverà la vittoria della svolta che porterà fino al trionfo del Bernabeu contro la Germania Ovest.
Tre pareggi. Tanto è bastato all’Italia per passare a fatica il girone A del mondiale, dove sono inserite anche Polonia, Camerun e Perù. La stampa, già ostile al ct, attacca la Nazionale, che però si stringe attorno al suo allenatore, con Dino Zoff unico incaricato a parlare con i giornalisti. L’atmosfera è rovente, ma in campo Claudio Gentile trasforma Maradona nell’ombra di sé stesso in una marcatura a uomo al limite del regolamento. Tardelli al 57’ e Cabrini dieci minuti più tardi confezionano i gol vittoria: a
Da quei novanta minuti partirà la riscossa azzurra, con Pertini che al Quirinale chiama gli inservienti a vedere la partita del Sarriá con lui. Il Presidente non sa ancora che sarà protagonista di scene indimenticabili poi al Bernabeu e non solo, instanti impressi nella memoria collettiva del paese. Pertini in quei giorni ha solo un consiglio per l’Italia: “Attaccare sempre in ogni fase di gioco: il miglior attacco è la difesa”. E quando hai un giocatore come Bruno Conti tutto viene più facile. Il Maradona lo fa lui e l’Italia mette nel mirino la Seleção per quella che sarà un’altra partita leggendaria. Ciononostante, il silenzio stampa dopo la vittoria con Albiceleste continua. Anzi, sono gli stessi giornali ad invitare i giocatori a perseguire questa linea, alla luce del risultato contro i campioni del mondo in carica. Zoff e compagni non se lo faranno ripetere due volte e il resto è storia.