Juventus-Lazio spesso decisiva: cinque precedenti rimasti nella storia

Nel corso degli anni Lazio-Juventus è diventata una classica del nostro campionato, spesso decisiva per la vittoria di un titolo per l’una o l’altra squadra come nel caso del febbraio 1974. La squadra di Maestrelli ha una marcia in più, con solo i bianconeri capaci di reggere il loro passo. Si arriva allo scontro diretto con i biancocelesti chiamati a difendere i due punti di vantaggio sui rivali con un inizio tutto di marca laziale grazie a Garlaschelli e Chinaglia che portano i padroni di casa sul doppio vantaggio. Nella ripresa arriva la reazione ospite con due rigori, il primo sbagliato da Cuccureddu, il secondo messo a segno da Anastasi. Tuttavia la Lazio non si scompone e Chinaglia, sempre dagli undici metri, la chiude per il definitivo 3-1, fondamentale per il primo scudetto della storia laziale, vinto di due punti proprio sulla Juve.Altro sapore per la sfida del 1998, con la Lazio torna a splendere sotto la gestione di Cragnotti che dopo il successo in Coppa Italia va a giocarsi la prima Supercoppa Italiana della storia in agosto a casa dei campioni d’Italia della Juventus. Ci pensa Pavel Nedved, poi futura bandiera bianconera, a portare in vantaggio i biancocelesti, con la Juve, in 10 per un rosso ad Inzaghi, che la riprende a tre dalla fine grazie al rigore di Del Piero. Quando tutto sembrava pronto per i supplementari è Sergio Conceicao a regalare la coppa alla squadra di Eriksson, in quella che sarà un’annata da protagonisti per la Lazio, al contrario di una Juve in crisi nera. In stagione arrivano addirittura le dimissioni del toscano, con l’arrivo a Torino di Carlo Ancelotti. I bianconeri sono in lotta per evitare l’Intertoto, al contrario di una Lazio in lotta per lo scudetto con il Milan di Zaccheroni. Quando un piovoso sabato pomeriggio di aprile le due formazioni si incontrano all’Olimpico, la Juventus sembra dover recitare il ruolo di vittima sacrificale, non trovando però d’accordo Thierry Henry. È l’asso francese, arrivato a gennaio dal Monaco, ad aprire, con tanto di errore di errore di Marchegiani, e chiudere le marcature nell’1-3 finale per i bianconeri, negli unici due gol della sua breve esperienza italiana che condanneranno i capitolini al secondo posto, solamente un punto dietro al Milan. L’anno successivo invece per il titolo è lotta proprio tra Juventus e Lazio. I bianconeri, galvanizzati dalla cura Ancelotti, sembrano aver trovato la giusta alchimia e lo scontro diretto casalingo della ventottesima, visto i nove punti di vantaggio, sembra essere il più classico dei match-point. Invece Diego Pablo Simeone con un colpo di testa nella ripresa decide di portare a sei le distanze tra le due squadre, con lo scudetto vinto all’ultima giornata da Nesta e compagni dopo il naufragio bianconero nel diluvio di Perugia. Anche negli ultimi anni tra le due squadre ci sono state molte partite decisive, soprattutto in ambito di Coppa Italia, come nella finale 2015. La Juventus di Allegri dopo aver dominato il campionato ha in mente solamente la finale di Berlino dove tornerà a giocarsi la Champions League dodici anni dopo l’ultima volta. In mezzo arriva questa coppa dall’inizio scoppiettante grazie ai due capitani Radu prima, e Chiellini protagonisti del momentaneo 1-1. Il risultato si trascina fino ai supplementari quando arriva uno dei più clamorosi sliding doors degli ultimi anni. Al 96’ Djordjevic con un gran sinistro da fuori, colpisce un incredibile doppio palo, a Storari battuto mentre sul rovesciamento di fronte è Matri, tornato a gennaio in bianconero, a siglare il gol vittoria per il secondo titolo stagionale, con un Triplete solo sfiorato a causa del Barcellona di Messi-Suarez-Neymar.