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Lazio e Atalanta di nuovo contro, le 5 sfide impossibili da dimenticare
Pubblicata il 21/01/2022
©Shutterstock/No use without permission
Quella di Lazio e Atalanta è una storia fatta di rimonte, veleni e sliding doors che, con il senno di poi, avrebbero potuto riscrivere la storia non solo dei confronti ma dell’intero calcio italiano. Non può definirsi altrimenti il match dell’Olimpico nel 2019 quando le due formazioni diedero vita a uno spettacolo impossibile da dimenticare. Il primo tempo è tutto di marca atalantina con la doppietta di Muriel e la rete di Gomez – insieme ad almeno altre 3 o 4 palle gol clamorose - a far terminare il primo tempo sullo 0-3 e con Inzaghi a un passo dall’esonero. Il clima negli spogliatoi è teso, l’aria che si respira all’Olimpico è più pesante che mai ma, proprio nel momento più difficile, ecco che i biancocelesti risorgono con la doppietta di Immobile, su rigore, e il gol di Correa a dar vita al finale di 3-3 da cui poi iniziò lo stupendo cammino del tecnico laziale che l’ha portato, ora, a giocarsi lo scudetto con l’Inter dopo averlo sfiorato proprio con la Lazio, sogno interrotto dal Covid. Altra sliding doors che non si è mai concretizzata è quella che porta al 3-4 in favore della Lazio all’Atleti Azzurri d’Italia. E’ la prima giornata del campionato 2016/17 e le due avversarie danno vita al primo vero big match dell’anno. Nonostante sia agosto è partita vera con Immobile e Hoedt a portare i biancocelesti sullo 0-2, poi ci pensa Cristiano Lombardi, uno dei giovani del vivaio laziale che con Inzaghi aveva fatto tutto il percorso delle giovanili, a trovare lo 0-3. Apoteosi di una carriera che, purtroppo, non è andata nel verso sperato, soprattutto dopo quel match, risolto da Cataldi nei minuti finali e con le reti Kessie e Petagna ad aumentare i rimpianti in casa bergamasca. E chissà cosa sarebbe stato dell’Atalanta se solo, nella finale di Coppa Italia 2019, l’arbitro avesse assegnato il sacrosanto rigore all’Atalanta per il fallo di mano di Bastos, episodio che Gasperini, a distanza di anni, ancora non riesce a mandare giù. Alla fine fu 2-0 per la Lazio con la squadra di Inzaghi ad alzare la coppa sotto il cielo di Roma, ma se solo il VAR avesse rivisto l’azione i dubbi che il trofeo potesse prendere la direzione di Bergamo sono più che leciti. Dal canto l’Atalanta, pur senza trofei in palio, si è presa le sue rivincite nel corso del tempo. Come quando, alla ripresa post lockdown, i nerazzurri riuscirono a ribaltare le due reti di vantaggio con cui la Lazio era andata avanti in quel di Bergamo regalando ai tifosi un 3-2 da far brillare gli occhi con Gosens, Malinovskiy e Palomino a fare da mattatori. O, infine, l’1-4 con cui sbancarono l’Olimpico il 30 settembre 2020; una partita dominata, giocata con la voglia di dimostrare che lo stadio romano non era un tabù, anzi. E con una missione compiuta alla perfezione grazie al poker firmato Gosens, Hateboer e alla doppietta di Papu Gomez. Lazio-Atalanta è sfida di veleni, rimonte e sliding doors, ingredienti che non possono mai mancare in ogni sfida che si rispetti.