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Maledizione Cuper: per l’Hombre Vertical ancora una finale persa

Pubblicata il 31/03/2022
Maledizione Cuper: per l’Hombre Vertical ancora una finale persa
©Shutterstock/No use without permission
“Più fortunato che bravo”, quanto sarebbe piaciuto a Hector Cuper essere tra il novero degli allenatori ad aver avuto la Dea Bendata dalla propria parte. Invece l’Hombre Vertical nella sua lunga militanza in panchina ha mostrato molte qualità, spesso meno riconosciute del dovuto, difettando però sempre sul più bello. Già dalla prima esperienza spagnola con il Mallorca, club portato nel giro di un anno a disputare una finale di Coppa del Re e addirittura l’atto finale dell’ultima Coppa delle Coppe della storia, perse entrambe sul fil di lana contro Barcellona e Lazio. Nonostante il finale amaro, impossibile non aver apprezzato il lavoro di Cuper, chiamato a guidare il Valencia, una delle nuove big di Spagna. Il nativo di Chabas conferma tutto quanto il buono e soprattutto il cattivo visto a Mallorca con due stagioni super, soprattutto in Champions League, in cui è mancata la zampata decisiva, quella che permette alla fine di alzare il titolo sfuggito due volte consecutivamente ancora in finale contro Real Madrid e Bayern Monaco. La più dolorosa è sicuramente quella contro i bavaresi, arrivata ai rigori in quel San Siro che pochi mesi dopo diventerà la sua casa. Con l’Inter riesce in pochi mesi a portare la squadra di nuovo al vertice del calcio italiano, mancando però sempre sul più bello, nell’ultimo tempo dell’ultima partita dell’anno in casa della Lazio, in quello che per il popolo nerazzurro diventerà il celeberrimo dramma del 5 maggio. Dopo l’esperienza milanese Cuper non è più nelle grazie dei top-club, ma nonostante questo riuscirà ancora a collezionare delusioni, come con l’Aris Salonicco, sconfitta in finale di Coppa di Grecia dal Panathinaikos nel 2010, a quarant’anni esatti dall’ultimo titolo, per passare alla Coppa d’Africa sfuggita al suo Egitto a due minuti dalla fine di una sfida da strafavoriti contro il Camerun, per arrivare allo spareggio di martedì scorso alla guida della sua attuale squadra, la Repubblica Democratica del Congo. Questa volta però i favori della vigilia erano tutti per gli avversari del Marocco, capaci di vincere entrambi i match di andata e ritorno e festeggiare la qualificazione al secondo mondiale consecutivo, un altro obiettivo mancato dall’Hombre Vertical che ha assistito per l’ennesima volta al solito finale amaro di una storia che lo vedrà sempre dalla parte degli eterni secondi.
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