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Milos Krasic: da erede di Nedved a flop bianconero
Pubblicata il 23/03/2022
©Shutterstock/No use without permission
Una luce in uno dei periodi più bui della storia bianconera, con quel caschetto biondo, proprio come Pavel Nedved, seminando panico nelle difese avversarie, un paragone, visto la somiglianza fisica, scontato per il popolo bianconero che in Milos Krasic aveva intravisto l’erede della Furia Ceca. Un’illusione però vana, durata troppo poco, una stagione o forse meno. Eppure l’impatto con il calcio italiano del serbo fu da assoluto protagonista, dopo anni di spessore con il Cska Mosca tra campionato russo e coppe europee. Era lui l’interprete ideale nel 4-4-2 dogma tattico del nuovo tecnico Delneri, che visto la carenza di esterni puri in rosa aveva puntato sull’esterno di Kosovska Mitrovica, una scelta ripagata già alla quinta giornata con la clamorosa tripletta interna messa a segno contro il Cagliari. Tre gol di pregevole fattura, uniti a degli strappi impressionanti che ingannarono in molti. La magia infatti durò troppo poco, forse solo l’intero girone di andata, in cui il serbo segnò cinque dei suoi sette gol totali in campionato, con le difese che partita dopo partita riuscirono a prendere le misure a un’ala sì veloce e forte nel dribbling ma troppo ripetitiva nelle giocate. Fallito l’esperimento Delneri fu l’ora di Antonio Conte, che in Krasic vedeva il punto di forza di un 4-2-4 nato per esaltare gli esterni. Qui la magia non arrivò mai, solo 7 partite con un pesante gol a Catania e un’istantanea indimenticabile arrivata da bordo campo, in cui il tecnico spiegò con la sua solita ferocia gli schemi al giocatore pronto a subentrare che finita la filippica si girò con una faccia non propriamente convinta. Al termine di quella stagione esaltante per il club, ma non Krasic, si esaurì l’avventura con la Juve e da lì in avanti non si rivedrà neanche lontanamente il “nuovo Nedved”. Fenerbahce e Bastia le due tappe successive all’Italia, senza lasciare il segno, per finire nel dimenticatoio della massima serie polacca, al Lechia Danzica, prima di ritirarsi a soli 34 anni.