Filtra
Scegli paese
Napoli-Milan, dalla rivalità anni '80 allo scontro scudetto di oggi
Pubblicata il 03/03/2022
©Shutterstock/No use without permission
Napoli-Milan al San Paolo, con lo scudetto in palio, o comunque da ipotecare. Oggi come tre decenni fa, a cavallo tra gli Ottanta e Novanta, quando i due club se le davano di santa ragione contentendosi il primato. Da una parte un Napoli impostato sul talento epocale di Maradona, a cui sul piano tecnico potevano dare, se non del tu, almeno del lei soltanto Giordano e Careca. Dall'altra, una novità destinata a diventare planetaria: il Milan di Sacchi, che sotto molti aspetti rifinì e sistematizzò la rivoluzione olandese del decennio precedente. Filosofie diverse che si scontrarono il 1° maggio del 1988 al San Paolo, in un memorabile match-scudetto, alla terzultima di campionato. Il Napoli era campione d'Italia, il Milan era ai primi vagiti dell'era Berlusconi, il quale aveva qualche mese prima puntato sul carneade Sacchi proteggendolo anche dopo alcune disarmanti prestazioni di inizio stagione. Il divario, prima enorme, si era via via assottigliato nel corso del campionato, con il Napoli sempre più in preda a malumori, acciacchi e capricci e il Milan ogni settimana più forte, convinto ed entusiasta, capace di presentarsi al gran giorno con un solo punto di ritardo. Ottavio Bianchi, tecnico del Napoli, valutò il momento dei suoi e infoltì difesa e centrocampo, rispolverando il glorioso Bruscolotti al posto di Giordano. Sacchi poté contare sul suo organico al completo, di cui converrà ricordare qualche nome: Baresi, Maldini, Tassotti, Donadoni e soprattutto Ruud Gullit, in quel periodo non marcabile. Un ispiratissimo Virdis era al centro dell'attacco, mentre Van Basten, reduce da un lungo infortunio, partì in panchina.
Il San Paolo si riempì all'inverosimile, tanto che si decise dopo molte discussioni di dare l'incontro in diretta sulla Rai, almeno per la zona di Napoli, una cosa piuttosto clamorosa per i tempi. Il Milan prese presto il sopravvento con un gol rapinoso di Virdis, ma Maradona rimise in piedi i suoi con una micidiale punizione all'incrocio. All'intervallo, Sacchi ricorse a Van Basten, al posto di Donadoni. Ma a frantumare definitivamente l'equilibrio pensò Gullit, sui cui Bianchi aveva messo (teoricamente) il difensore Bigliardi, abitualmente riserva. L'olandese scappò a destra e pennellò per la doppietta di Virdis. Poi seminò avversari a sinistra e diede a Van Basten la comoda palla dell'1-3. Il Napoli sperò ancora nel finale con il 2-3 di Careca, ma non creò altri pericoli e lo scudetto tornò rossonero dopo nove anni. Nei mesi successivi, il Napoli ebbe modo di vendicarsi: il 27 novembre 1988 il Diavolo fu travolto con un fragoroso 4-1 e più o meno un anno dopo, sempre nel proprio stadio, gli azzurri si ripeterono con un 3-0, che il Milan restituì integralmente a San Siro nella gara di ritorno. Quella era la stagione 1989-90, nella quale le due squadre si rincorsero senza soluzione di continuità, toccando l'apice della rivalità e delle polemiche nel famoso Atalanta-Napoli deciso a tavolino per la monetina che colpì al capo il brasiliano Alemao. Sul campo era stato 0-0, così come a Bologna, dove aveva giocato il Milan. Il club rossonero protestò per la “sceneggiata” (ma a quei tempi andava così, episodi di quel genere decidevano il risultato), da Napoli si rispose che al Bologna era stato negato un gol solare, per un pallone entrato di mezzo metro. Le due squadre arrivarono allo sprint a pari punti, ma a differenza di due anni prima, era il Milan a essere sull'orlo di una crisi di nervi. Alla penultima giornata, i rossoneri si sciolsero nella fatale Verona, subendo un ribaltone nella ripresa, il Napoli vinse a Bologna e la settimana dopo, battendo la Lazio, festeggiò il suo secondo scudetto. Da lì in poi, la rivalità si è progressivamente sciolta, anche per i travagli partenopei, risolti solo nell'epoca De Laurentiis. Fino al nuovo gala-scudetto del San Paolo, oggi Diego Armando Maradona.
Il San Paolo si riempì all'inverosimile, tanto che si decise dopo molte discussioni di dare l'incontro in diretta sulla Rai, almeno per la zona di Napoli, una cosa piuttosto clamorosa per i tempi. Il Milan prese presto il sopravvento con un gol rapinoso di Virdis, ma Maradona rimise in piedi i suoi con una micidiale punizione all'incrocio. All'intervallo, Sacchi ricorse a Van Basten, al posto di Donadoni. Ma a frantumare definitivamente l'equilibrio pensò Gullit, sui cui Bianchi aveva messo (teoricamente) il difensore Bigliardi, abitualmente riserva. L'olandese scappò a destra e pennellò per la doppietta di Virdis. Poi seminò avversari a sinistra e diede a Van Basten la comoda palla dell'1-3. Il Napoli sperò ancora nel finale con il 2-3 di Careca, ma non creò altri pericoli e lo scudetto tornò rossonero dopo nove anni. Nei mesi successivi, il Napoli ebbe modo di vendicarsi: il 27 novembre 1988 il Diavolo fu travolto con un fragoroso 4-1 e più o meno un anno dopo, sempre nel proprio stadio, gli azzurri si ripeterono con un 3-0, che il Milan restituì integralmente a San Siro nella gara di ritorno. Quella era la stagione 1989-90, nella quale le due squadre si rincorsero senza soluzione di continuità, toccando l'apice della rivalità e delle polemiche nel famoso Atalanta-Napoli deciso a tavolino per la monetina che colpì al capo il brasiliano Alemao. Sul campo era stato 0-0, così come a Bologna, dove aveva giocato il Milan. Il club rossonero protestò per la “sceneggiata” (ma a quei tempi andava così, episodi di quel genere decidevano il risultato), da Napoli si rispose che al Bologna era stato negato un gol solare, per un pallone entrato di mezzo metro. Le due squadre arrivarono allo sprint a pari punti, ma a differenza di due anni prima, era il Milan a essere sull'orlo di una crisi di nervi. Alla penultima giornata, i rossoneri si sciolsero nella fatale Verona, subendo un ribaltone nella ripresa, il Napoli vinse a Bologna e la settimana dopo, battendo la Lazio, festeggiò il suo secondo scudetto. Da lì in poi, la rivalità si è progressivamente sciolta, anche per i travagli partenopei, risolti solo nell'epoca De Laurentiis. Fino al nuovo gala-scudetto del San Paolo, oggi Diego Armando Maradona.