Novanta minuti al Bernabeu sono lunghi, ma non per l'Arsenal: 19 anni dopo, il bis

Come nel 2006, i Gunners espugnano Madrid e volano in semifinale di Champions

Pubblicata il 17/04/2025
Novanta minuti al Bernabeu sono lunghi, ma non per l'Arsenal: 19 anni dopo, il bis
Saka abbatte i Blancos, come Henry nell'edizione Champions del 2006. La storia si ripete

Da Henry a Saka, e menomale che quei novanta minuti al Bernabeu sarebbero dovuti essere lunghissimi. Evidentemente non per l’Arsenal che, come nel 2006, fa fuori dalla Champions il Real Madrid, un binomio indissolubile che qualche volta cessa di andare avanti e si inchina ai più forti, come accaduto ieri.


Lo ha fatto davanti ai Gunners, corsari in casa dei Blancos, che nei giorni scorsi si erano spianati da se’ la strada per un’altra remuntada da film, senza però fare i conti con i ragazzi di Arteta, solidissimi all’andata nel 3-0 all’Emirates (doppio Rice e Merino) e ancora di più sei giorni più tardi nella capitale iberica, con un 2-1 senza sconti, alzando soltanto una volta e per pochi secondi le mani dal manubrio, in occasione del pari fulminante di Vinicius, per poi riprendere a dominare, in una delle dimore degli dei del calcio.


Come 19 anni fa appunto, anche se all’epoca si trattava degli ottavi di finale, e i londinesi poi spazzarono via Juventus e Villareal, prima di raggiungere il Barcellona nella finale persa di Parigi.


Questa volta, l’Arsenal l’impresa l’ha compiuta un turno più avanti, meritandosi per distacco l’accesso tra le quattro più belle e più forti d’Europa e guadagnandosi una doppia intrigante e affascinante sfida contro il PSG di Gigio e Luis Enrique. Ne vedremo delle belle.


“History. It's time to create our own”


 “Storia. E’ tempo di crearne una nostra”. Ieri così avevano dato il buongiorno ai loro milioni di followers sui social, i social media manager dei Gunners, allegando alla didascalia già citata le immagini salienti di quel 21 febbraio 2006, quando Thierry Henry fece ammattire mezzo Real andando a segnare a Casillas e poi zittendo il Bernabeu. Immagine iconica, che ha fatto la storia, e non solo dell’Arsenal.


Un auspicio, che si è presto tramutato in realtà. La squadra per eccellenza del nord di Londra l’ha fatto di nuovo.


Con Bukayo Saka, che nel primo tempo sbaglia un rigore, e poi si prende la scena, bucando Courtois e posizionando il dito sul volto, come Titì 19 anni prima. Bernabeu di ghiaccio, scongelato solo per qualche secondo da Vinicius, nell’unico lampo di questo doppio turno Champions, prima di tornare nel quasi dimenticatoio di questa edizione, lui, assieme a Bellingham e Mbappe, frenati ad ampia distanza dal traguardo, fuori senza nemmeno giocare le semifinali.


La ciliegina l’ha messa poi Martinelli, nel recupero, bissando la notte magica di Londra e fissando un’altra data nell’olimpo dei grandi del pallone, dove siede solo chi vince a Madrid, su sfondo Champions, senza mai abbassare la testa.


I Gunners l’hanno fatto ancora, quasi due decenni dopo e con una generazione in mezzo. Da Henry a Saka, fino in fondo, sognando Monaco, per dimenticare la beffa di Parigi.