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Da Palanca a Cuadrado, quando il gol è Olimpico

Pubblicata il 06/12/2021
Da Palanca a Cuadrado, quando il gol è Olimpico
©Shutterstock/No use without permission
È una giocata dal sapore mitologico, una sorta di cometa che appare ogni tanto, suscitando scalpore e rievocazioni storiche. Fra il 4 e il 5 dicembre, è apparsa ben due volte sul cielo della Serie A: la prima, nel corso di Roma-Inter, con una beffarda traiettoria di Calhanoglu lisciata prima da Zaniolo, poi da Cristante e passata sotto le gambe di Rui Patricio. La seconda, durante Juve-Genoa, con una parabola lunghissima e arcuata inventata da Cuadrado e finita nell'angolo piùù alto e lontano della porta di Sirigu. Il gol da calcio d'angolo, di questo parliamo, è materia da artisti, da gente che sa accarezzare il pallone pur imprimendogli potenza. Il celeberrimo Palanca, con il suo sinistro magico numero 37, ha legato parte della sua lunga carriera (Catanzaro soprattutto, ma anche Napoli e Como) a ben 13 gol segnati dalla bandierina. E prima di lui, Luciano Chiarugi aveva più di una volta trasformato in gol i suoi calci d'angolo, arcuati e potenti. In tempi più recenti si ricorda una perla di Veron, in Lazio-Verona, nell'anno del secondo scudetto biancoceleste. E poi, in ordine sparso, Stroppa, gli immancabili Maradona e Baggio e poi, in tempi più recenti, Di Natale, Rigoni, Callejon, Pulgar. Quasi ogni volta si pone in dubbio la volontarietà della giocata. È accaduto anche per le esecuzioni di Calhanoglu e Cuadrado. Un dibattito un po' ozioso: in realtà, sempre più spesso gli specialisti dell'angolo puntano a spedire il pallone verso la porta. L'obiettivo di solito è favorire una spizzata sul primo palo, o comunque mettere in ambasce i difensori avversari. Situazioni che, ad esempio, la Lazio di Inzaghi ha sfruttato per anni, sulle parabole micidiali di Luis Alberto. Poi, come è accaduto in occasione di Roma-Inter, se gli avversari mancano l'intervento, la traiettoria può diventare letale per il portiere. Diversa, e decisamente più insolita, l'esecuzione di Cuadrado, una stupenda pennellata volata altissima sopra la mischia e spentasi all'incrocio. Il colombiano avrebbe ammesso di aver crossato e non tirato in porta, ma la sostanza non cambia: quel tipo di esecuzioni, se ben calibrate, sono comunque pericolose. Si tratta di metterla da quelle parti, alla ricerca della deviazione sotto misura. Poi, se il pallone plana nello specchio, meglio. Forse, come si faceva una volta, i portieri farebbero meglio a piazzare un uomo su ogni palo.
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