Pallotta tenta il ritorno a Palermo: da Commisso ai Friedkin, i proprietari stranieri in Serie A

Pubblicata il 16/12/2021
Pallotta tenta il ritorno a Palermo: da Commisso ai Friedkin, i proprietari stranieri in Serie A
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La sua avventura romana è finita nel fragore di una contestazione assordante, basti pensare al coro quasi unanime di un Olimpico strapieno, nel giorno dell'addio di De Rossi. Ora però James Pallotta potrebbe riprovarci, pur cambiando zona e contesto: secondo quanto ha riportato il Giornale di Sicilia, il manager di Boston ha pronta un'offerta per acquistare il Palermo, che dopo il fallimento del 2019 e l'affidamento a una cordata di imprenditori palermitani, è risalito nel 2020 dalla serie D alla C. Ci sarebbero già stati contatti fra gli emissari di Pallotta e il presidente rosanero Dario Mirri. Nel caso la trattativa andasse a buon fine, Pallotta ripartirebbe dal basso, non solo per la categoria, ma anche per il prestigio personale, che in Italia (almeno dal punto di vista sportivo) non è altissimo. La sua esperienza come proprietario della Roma non sarà ricordata tra i momenti di gloria della società giallorossa, soprattutto per la gestione delle bandiere (Totti e De Rossi) e per l'assenza assoluta di trofei. Allargando il campo agli altri proprietari stranieri nel nostro calcio, Pallotta non è comunque l'unico a non aver esaltato le folle. A Bologna, Joey Saputo ha i suoi contestatori, anche se ultimamente è stato “salvato” da uno striscione esposto a Casteldebole, che recitava: «Vergognatevi tutti, nessuno escluso - Tranne Joey Saputo». Per non parlare del famoso, o famigerato, Li Yonghong, presidente del Milan per circa un anno, prima che arrivasse un provvidenziale cambio della guardia con il Fondo Elliott. Negativo anche il passaggio di Tohir alla guida dell'Inter, che poi con Suning e Steve Zhang ha ritrovato lo scudetto, ma anche un rosso di bilancio che al 30 giugno 2021 si attesta a quota 245 milioni. Su altri (Commisso alla Fiorentina, Friedkin alla Roma, le nuove proprietà statunitensi di Spezia e Genoa) il tempo darà i suoi responsi, mentre senz'altro positiva è finora l'esperienza del newyorkese Duncan Leigh Niederauer alla guida del Venezia, riemerso agli onori della serie A. Del resto, i super ricchi del pianeta, soprattutto emiri e sceicchi, bazzicano altri campionati, Premier League in testa. Il calcio italiano è soprattutto nelle mire di imprenditori e cordate di cabotaggio più modesto, non di rado capeggiate da imprenditori di origini italiane, spinti dal business, ma forse anche da quella forma di orgoglio che da sempre spinge gli emigranti a tornare a casa per mostrare con orgoglio il loro successo. Di sceicchi si parlò una volta a proposito della Roma: era il 2013, un principe arabo di nome Adnan Adel Aref Qaddumi presentò un'offerta, facendo balenare orizzonti di gloria nel tifo giallorosso. Poco dopo, al momento di mettere nero su bianco, si scoprì che era tutto un bluff, che lo “sceicco” Adnan viveva in un appartamento di Perugia e che non aveva nessuna fantasmagorica eredità su cui mettere le mani. Almeno nel calcio, l'Italia non sembra un paese da sceicchi.