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Dal Valencia allo scudetto sfiorato con la Roma, tutte le imprese di Claudio Ranieri
Pubblicata il 20/10/2021
©Shutterstock/No use without permission
Ormai lo sanno tutti, sia in Italia che all'estero. Se hai una squadra in difficoltà, se hai cominciato il campionato con risultati tra il negativo e il disastroso, chiami Ranieri e qualcosa di buono esce fuori. Il tecnico romano è il “mister Wolf” del calcio internazionale: arriva, vede, aggiusta e vince, o quanto meno si salva.
La sua missione attuale è portare in salvo il Watford di Giampaolo Pozzo, neopromosso in Premier League. Un'avventura cominciata dopo otto giornate (al posto dello spagnolo Xisco) in maniera traumatica, con uno 0-5 impartito dal terribile Liverpool di Klopp, ma Ranieri ha tutto il tempo di recuperare e trarre il meglio dalla rosa a disposizione.
Per chi lo apprezza è un pragmatico, per i detrattori è un bieco difensivista, nemico del bel calcio. In ogni caso, la sua capacità di rigenerare una squadra in corsa è indiscutibile. Lo fece a Valencia, nel 1997-98, quando prese una squadra in fondo alla classifica, con tre sconfitte nelle prime tre gare, e risalì fino al 9° posto, vincendo quasi la metà delle partite. Lo rifece al Chelsea nel 2000-01, anche se il 6° posto finale non fu pari alle aspettative di inizio stagione.
Prodigiosa fu la sua entrata in scena a Parma, nel febbraio 2007. La squadra, guidata da Pioli, era penultima, con sole 3 vittorie in una ventina di partite. Ranieri non sbagliò una mossa, la squadra riemerse come per incanto e si salvò all'ultima giornata, perdendo soltanto tre volte in 16 partite.
Altra impresa fulminea, la cavalcata verso lo scudetto con la Roma, annata 2009-10. In quel caso Ranieri prese il posto di Spalletti, che aveva perso le prime due partite, e cominciò a macinare punti, fino a dare vita a un duello serratissimo con l'Inter di Mourinho. I sogni giallorossi divennero incubi con l'inopinata sconfitta interna con la Sampdoria, a quattro turni dalla fine e il tricolore svanì solo per due punti.
A proposito di Sampdoria, anche il club blucerchiato deve a Ranieri la tranquilla salvezza di due stagioni fa, quando il tecnico, prendendo il posto di Di Francesco dopo sette giornate, sollevò la squadra dall'ultimo posto, fugando lo spettro della retrocessione con ben 4 giornate di anticipo.
Certo, nessuno è perfetto. Anche il “sor Claudio” ha fallito qualche missione: per esempio quando, dieci anni fa, subentrò a Gasperini sulla panchina dell'Inter, fu a sua volta sostituito da Stramaccioni, dopo 26 partite piuttosto grigie. E anche al Fulham, nel 2018-19, la sua gestione durò poco, dal novembre al febbraio successivo.
Ora, l'ennesima avventura, con il Watford, cominciata allo scoccare dei settant'anni. Che è poi l'età che gli diede Mourinho già nel 2008, in un celebre scontro polemico. Neanche lo Special One poteva immaginare di ritrovarlo ancora in pista tredici anni dopo, con lo spirito di sempre
La sua missione attuale è portare in salvo il Watford di Giampaolo Pozzo, neopromosso in Premier League. Un'avventura cominciata dopo otto giornate (al posto dello spagnolo Xisco) in maniera traumatica, con uno 0-5 impartito dal terribile Liverpool di Klopp, ma Ranieri ha tutto il tempo di recuperare e trarre il meglio dalla rosa a disposizione.
Per chi lo apprezza è un pragmatico, per i detrattori è un bieco difensivista, nemico del bel calcio. In ogni caso, la sua capacità di rigenerare una squadra in corsa è indiscutibile. Lo fece a Valencia, nel 1997-98, quando prese una squadra in fondo alla classifica, con tre sconfitte nelle prime tre gare, e risalì fino al 9° posto, vincendo quasi la metà delle partite. Lo rifece al Chelsea nel 2000-01, anche se il 6° posto finale non fu pari alle aspettative di inizio stagione.
Prodigiosa fu la sua entrata in scena a Parma, nel febbraio 2007. La squadra, guidata da Pioli, era penultima, con sole 3 vittorie in una ventina di partite. Ranieri non sbagliò una mossa, la squadra riemerse come per incanto e si salvò all'ultima giornata, perdendo soltanto tre volte in 16 partite.
Altra impresa fulminea, la cavalcata verso lo scudetto con la Roma, annata 2009-10. In quel caso Ranieri prese il posto di Spalletti, che aveva perso le prime due partite, e cominciò a macinare punti, fino a dare vita a un duello serratissimo con l'Inter di Mourinho. I sogni giallorossi divennero incubi con l'inopinata sconfitta interna con la Sampdoria, a quattro turni dalla fine e il tricolore svanì solo per due punti.
A proposito di Sampdoria, anche il club blucerchiato deve a Ranieri la tranquilla salvezza di due stagioni fa, quando il tecnico, prendendo il posto di Di Francesco dopo sette giornate, sollevò la squadra dall'ultimo posto, fugando lo spettro della retrocessione con ben 4 giornate di anticipo.
Certo, nessuno è perfetto. Anche il “sor Claudio” ha fallito qualche missione: per esempio quando, dieci anni fa, subentrò a Gasperini sulla panchina dell'Inter, fu a sua volta sostituito da Stramaccioni, dopo 26 partite piuttosto grigie. E anche al Fulham, nel 2018-19, la sua gestione durò poco, dal novembre al febbraio successivo.
Ora, l'ennesima avventura, con il Watford, cominciata allo scoccare dei settant'anni. Che è poi l'età che gli diede Mourinho già nel 2008, in un celebre scontro polemico. Neanche lo Special One poteva immaginare di ritrovarlo ancora in pista tredici anni dopo, con lo spirito di sempre