Remuntada sull'Arsenal? Il Real ci crede. Le rimonte storiche dei Blancos

Dopo il 3-0 dell'andata subito nel nord di Londra, agli spagnoli serve un'impresa per raggiungere le semifinali

Di Luca AzzurriPubblicata il 15/04/2025
Remuntada sull'Arsenal? Il Real ci crede. Le rimonte storiche dei Blancos
Kylian Mbappe: sarà pronto per un'altra notte con remuntada?

“Novanta minuti al Bernabeu sono molto lunghi”. Disse cosi Juanito, sussurrandolo a metà tra lo spagnolo e l’italiano mentre si stava avvicinando ad uno dei giocatori dell’Inter, dopo aver perso l’andata di semifinali di Coppa Uefa del 1986. Il primo round al Meazza finì 2-0 per i nerazzurri, al ritorno fu un assolo dei Blancos: 3-0, l’effetto Bernabeu fece il suo corso e l’Inter invece tornò a casa, in malo modo.


Servirà un’impresa simile al Madrid anche questa volta, ma di portata superiore, visto l’avversario, il temibile a dir poco Arsenal di Arteta, che all’Emirates 6 giorni fa ha viaggiato sul velluto segnandone tre, tra cui un paio di perle di Rice e il sigillo di Merino

Ma sarà l’arbitro a fischiare la fine dell’incontro, o almeno così dovrebbe essere. In Champions, però, come insegna la storia, è spesso il Real Madrid a decidere.


PSG, City e Bayern, le recenti “vittime” più illustri


“Questo club non ti permette di darti mai per vinto”, disse Ancelotti dopo l’ennesima rimonta europea sul City, nel maggio del 2022, notte di coppa storica, che i giornali spagnoli bollarono come “la notte più grande del Bernabéu”, talmente iconica che Marca si spinse addirittura oltre, incidendo in prima pagina un titolo rimasto nella memoria: “Che scenda Dio a spiegarla”. Vedere per credere a quella doppietta di Rodrygo a partita finita, 90 e 91 sul cronometro, e tutto rimandato ai supplementari, dove ci pensò il solito Benzema. Finale raggiunta, e Champions sollevata in faccia al Liverpool a Parigi.


Parigi? La seconda “Parigi”, perché alla prima visita sotto la Tour Eiffel, a febbraio di quella stagione, il Real di Ancelotti negli ottavi d’andata capitolò a tempo scaduto contro i padroni di casa del PSG. Al ritorno, manco a dirlo, ancora Mbappe, subito a gelare il Bernabeu (per un 2-0 complessivo da tagliar le gambe), poi Benzema, tre volte, una di queste sfruttando una mezza papera di Gigio Donnarumma: 3-1 il finale, poi il Chelsea ai quarti e i già citati City di Guardiola e Reds giustiziati uno in fila all'altro.


Anche così, soffrendo, sudando, sognando, tutto insieme, si vince. E si fa la storia di questo magnifico sport.


Un anno fa, quasi di questi tempi, tutto ciò poi si era ripetuto, ma in semifinale, quando a Madrid arrivò il Bayern Monaco di Tuchel, che cullò il sogno di graffiare il cuore dei Blancos quasi (quasi…) fino alla fine, forte dello 0-1 di Davies, che portò sul +1 i bavaresi dopo il 2-2 dell’andata all’Allianz Arena.


Poi arrivò il semi-sconosciuto (almeno per quei livelli) Joselu: doppietta in 3 minuti, pandemonio al Bernabeu, finale raggiunta e grande festa a Wembley tre settimane più tardi sul Borussia, dopo il trionfo della 15°coppa dalle grandi orecchie, che tornò, anche sotto l’arco più affasciante del calcio mondiale, ad “hablar castellano”.


Ma leggenda parte da lontano.


Anni ’70 e c’era un’inglese di mezzo… Arsenal, sei avvisato


I più giovani forse non ne saranno a conoscenza, ma il Real di remuntade se ne intende da decenni e decenni. Emblematica quella del 75/76 con il Derby County. Un’altra squadra britannica e un passivo ancora peggiore di quello più recente contro il City: qui, infatti, si partiva dal 4-1 in trasferta.


E dov’è il problema? Anche se mai il Real aveva rimontato uno svantaggio pari o superiore ai tre gol, prima di quella notte del 5 novembre ’75. Al ritorno, però, cambiò la sua di storia, e in parte anche quella del calcio: 5-1 al Bernabéu, con gol di Roberto Martínez, Santillana (doppietta), George e Pirri, good-bye. Arsenal, sei avvisato.


Negli anni ’80 le "vittime" furono invece Stella Rossa e Bayern Monaco. Con i primi, il Madrid rimontò dal 2-4 al 2-0 del ritorno (era l’87), mentre con i bavaresi (ancora!) la remuntada cominciò a fine primo tempo dell’andata, con Butragueño, Hugo Sánchez, Gordillo e Míchel a certificare il passaggio alle semifinali, e poi a sollevare pochi giorni dopo l’allora Coppa dei Campioni dell’88’.


Nel mezzo, ci furono anche due le finali vinte in rimonta: nel 2002 contro il Bayer Leverkusen (chiedere info a Zidane) e nel 2014, sui rivali dell’Atletico, con la testata di Ramos ben oltre il novantesimo e il seguente show ai supplementari. Ma queste sono altre storie, esclusivamente da finale.


Auf Wiedersehen, Wolfsburg


Per chiudere il cerchio e restare nel dietro le quinte di ciò che sarebbe poi accaduto da lì a poco, a livello di titoli vinti, riavvolgiamo il nastro ai quarti di Champions del 2016, cominciati con un secco 0-2 in casa dei tedeschi del Wolsburg, con Rodriguez e Arnold a confezionare una notte da incubo per i madrileni.


La seconda parte del film, però, andava montata tutta in Spagna, al Bernabeu, con Zidane in panchina e, soprattutto, CR7 in regia, sul campo. Keylor Navas; Carvajal, Pepe, Ramos, Marcelo; Modric, Casemiro, Kroos; Bale, Benzema. E Cristiano. L’undici che ribaltò in toto il Wolsburg, grazie ad una tripletta dell’asso portoghese. Poi il City tramortito in semifinale e lafinalissima vinta a San Siro, ai rigori, ancora contro Simeone e il suo Atletico.


Questa sera tocca ad altre stelle, da Bellingham a Vinicius, da Mbappe e tutti gli altri. C’è l’Arsenal, c’è una Champions da conquistare e un 3-0 da cancellare.


E c’è il Bernabeu a far da sfondo, laddove accadono i miracoli del calcio. C’è tutto, per un’altra notte e remuntada da Real Madrid.