Totti, Pazzini e la Coppa Italia:i precedenti e le statistiche di Roma-Sampdoria

Quello che andrà in scena mercoledì pomeriggio allo Stadio Olimpico di Roma sarà l’incrocio numero 127 in Serie A tra Roma e Sampdoria, con i giallorossi in vantaggio con 51 successi contro i 40 dei blucerchiati. Sarà la prima volta per Josè Mourinho contro la Samp dal giorno del famoso gesto delle manette quando sedeva sulla panchina dell’Inter nel 2010. Una doppia espulsione, non accettata di buon grado dal tecnico, portò a quel “coup de theatre” in uno stoico 0-0 poi rivelatosi fondamentale per il Triplete insieme al celebre Roma-Samp del 25 aprile dello stesso anno quando, con la Roma in vetta alla classifica a quattro giornate dal termine, la doppietta di Pazzini ribaltò il vantaggio iniziale di Totti riconsegnando il primo posto, mantenuto poi fino alla fine ai nerazzurri. Proprio Francesco Totti è stato autore al Ferraris, il 26 novembre del 2006, del gol più bello nelle sfide tra i due club. Un tiro al volo mancino da posizione defilata che fece scattare l’applauso dello sportivo pubblico di casa, in quello che secondo il The Sun resta uno dei 10 gol più difficili da realizzare della storia del calcio. Non solo questa gemma per l’ex capitano giallorosso contro la Samp, punita addirittura 15 volte in carriera, una delle sue vittime preferite. Uscendo dalla Serie A, a distanza di cinque anni, tra le due squadre si è disputata una doppia finale di Coppa Italia, sempre conquistata dai capitolini. Nel 1986, il 2-0 dell’Olimpico al ritorno ribaltò il 2-1 doriano all’andata, mentre nel 1991 la Samp non riuscì nella doppietta dopo lo storico scudetto venendo sconfitta nettamente nel doppio confronto con i giallorossi. Tanti anche i doppi ex tra panchina e campo. A partire da Eriksson e Boskov, protagonisti proprio nelle due finali di Coppa Italia – il primo con la Roma, il secondo con la Samp – passando per Vincenzo Montella, doppio ex anche da calciatore, per finire con Luciano Spalletti. In campo impossibile non citare Cerezo, riuscito nella triste impresa di perdere una finale di Champions con entrambi i club, o Pietro Vierchowood, campione d’Italia con tutte e due le squadre, fino a Patrick Schick, per anni l’acquisto più costoso della storia romanista, per finire con Antonio Cassano che solamente a Genova è riuscito a far rivedere quei grandi sprazzi di classe che lo avevano consacrato come uno dei più grandi talenti del mondo durante l’esperienza giallorossa.