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Van Basten, Maradona e non solo: i protagonisti storici di Milan-Napoli
Pubblicata il 15/12/2021
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Nominando Milan e Napoli il primo pensiero dei tifosi, soprattutto quelli già appassionati negli anni ’80, va alle super sfide tra i partenopei di Diego Armando Maradona e i rossoneri guidati dalla classe cristallina del “Cigno di Utrecht”, Marco Van Basten. Era una sfida tra Nord contro Sud, con in ballo non solo il senso di appartenenza, ma la vetta del campionato, all’epoca, più difficile del mondo. Maradona e Van Basten non hanno deluso le attese, anzi, si galvanizzavano in confronti del genere. Il Pibe de Oro ha nel Milan una delle sue vittime preferite: sono sei i gol segnati dall’argentino contro il Diavolo in campionato – uno solo a San Siro - il giocatore napoletano più prolifico di sempre, al pari di Lorenzo Insigne, che nel posticipo di domenica può operare il sorpasso ai danni del proprio mito. Una rete in più rispetto a Maradona, sette, per Marco Van Basten, autore del gol scudetto in trasferta nella celeberrima sfida del maggio 1988, coincisa con l’inizio dell’epopea di Sacchi e soprattutto di un poker, sempre al San Paolo, nel novembre 1992, una delle ultime giornate di gloria di un fenomeno assoluto fermato da una caviglia in condizioni disastrose. Tuttavia il miglior marcatore di sempre non è tra quelli sopracitati, ma bisogna tornare ancora più indietro nel tempo, negli anni ’70 in cui dominava il genio di Gianni Rivera, 8 volte a segno contro il Napoli. Oltre ai protagonisti in zona gol, sono diversi i doppi ex della sfida. Partendo dalla panchina Carlo Ancelotti e Gennaro Gattuso hanno allenato entrambi i club trovandosi anche da avversari in panchina. L’attuale tecnico del Real, dopo esser stato proprio una bandiera di quel Milan degli olandesi, ad inizio anni 2000 ha preso le redini dalla panchina del club, portandolo a vincere uno scudetto e ben due Champions League, prima di approdare a Napoli nel 2018 con un secondo posto subito alla prima stagione e un brusco esonero in quella successiva. De Laurentiis per la sua sostituzione pensò al suo scudiero ai tempi del Milan, “Ringhio” Gattuso. Il campione del mondo 2006, dopo aver guidato il Milan con fortuna alterne, è rimasto un anno e mezzo a Napoli vincendo il suo primo titolo in panchina, la Coppa Italia 2020. Passando al campo impossibile non citare Josè Altafini, diventato grande al Milan e poi approdato al Napoli a fine carriera. Un rapporto di odio e amore con il pubblico partenopeo che non l’ha mai perdonato per il suo passaggio alla Juventus. Stessa sorte di Gonzalo Higuain, dominante in azzurro, irriconoscibile in rossonero dopo gli anni a Torino. Non è andata meglio a Pepe Reina, sottotono nella sua avventura in rossonero, dove verrà ricordato come il secondo di Donnarumma, dopo stagioni da leader a Napoli.