Youri Djorkaeff, fantasia al potere in campo e fuori

Se a qualsiasi appassionato di calcio degli anni ’90 nomini Youri Djorkaeff come prima cosa ti racconterà di quella strepitosa rovesciata segnata in un Inter-Roma del gennaio 1997, diventata poi anche l’immagine iconica di una vecchia campagna abbonamenti nerazzurra. Eppure “il Serpente”, come era soprannominato in patria, è stato molto di più. In primis un giocatore dall’estro e dalla personalità strabordante, partito dal basso della seconda serie francese, dove ha dominato fin da giovanissimo, prima di approdare, subito da protagonista, in Ligue 1 con il Monaco di Wenger, durando poi un anno, giusto in tempo di alzare una Coppa delle Coppe, al Psg. A quel punto arriva Massimo Moratti, abile ad anticipare il Barcellon e portarlo in Italia. Tre anni intensi per lui a Milano, con qualche equivoco tattico per un 9 e mezzo- come è stato definito - capace di stazionare in ogni zona offensiva del campo regalando con la stessa naturalezza gol e assist, mai banali, che ancora adesso è nel cuore di tanti tifosi interisti. Quelli furono gli anni d’oro soprattutto della nazionale francese, della doppietta Mondiale 1998- Europeo 2000 con il fantasista sempre in campo, anche nelle due finali contro Brasile e sempre Italia, per forza di cose nel suo destino. Dopo l’ultima esperienza con i Blues nel fallimentare mondiale coreano, iniziò a spegnersi la sua stella, rimasta però brillante anche fuori dal rettangolo di gioco. Il nativo di Lione di certo anche dopo aver smesso non si è annoiato, rimanendo nell’ambiente grazie alla “Youri Djorkaeff Foundation” associazione a favore dei meno abbienti economicamente che ha assicurato a loro la possibilità di vivere il sogno calcistico, passando per una breve apparizione da cantante – con anche il lancio di un singolo – per finire con la carriera da imprenditore a New York dove ha lanciato anche un suo marchio con il quale svolge anche molte raccolte benefiche, per un uomo dalla classe innata, in campo e fuori.