Mourinho in crisi, lo Special si è trasformato in Normal?

Pubblicata il 08/11/2021
Mourinho in crisi, lo Special si è trasformato in Normal?
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Un annuncio improvviso il pomeriggio del 4 maggio scorso aveva nuovamente acceso la Roma giallorossa, ancora scossa dal pesante 6-2 subito dal Manchester nella semifinale di andata di Europa League e quasi addormentata dopo un paio di stagioni non propriamente esaltanti sotto la guida di Paulo Fonseca. Josè Mourinho, l’uomo del famoso “zero tituli”, il rivale numero uno durante i suoi trascorsi interisti, è il nuovo imperatore di Roma. Tuttavia, in una piazza così umorale come quella della Capitale, è bastato davvero poco a disattendere il grande hype con cui Mou era arrivato nella capitale.
Dopo la sconfitta di Venezia, la Roma si trova al sesto posto in classifica con 19 punti dopo dodici giornate, stesso identico cammino della formazione 2018-19 guidata da Eusebio Di Francesco. Migliore invece il percorso del connazionale Fonseca, quinto a 22 punti il primo anno, e quarto con due punti in più la scorsa stagione. Se i risultati iniziali avevano entusiasmato, le ultime prestazioni hanno iniziato a far storcere le prime bocche. Solo una vittoria nelle ultime sette, il 3-2 subito nel derby, l’ennesima sconfitta allo Stadium contro i rivali della Juventus, un’altra debacle europea, stavolta in quel di Glimt, unito alle ultime controverse dichiarazioni dello Special One, hanno spento l’ardore anche del tifoso più ottimista. Fanno discutere le critiche trasversali arrivate a Pinto, le ultime nel post-partita di Venezia, sulla costruzione di una rosa incompleta nonostante il grosso esborso economico del mercato estivo, e soprattutto la dura presa di posizione nei confronti di alcune seconde linee dopo l’1-6 subito in terra norvegese, ormai praticamente fuori dal progetto. Una delle caratteristiche più apprezzate da Mou era proprio la simbiosi con i suoi giocatori, capaci anche di “gettarsi nel fuoco” per lui, peculiarità persa durante tutte le ultime esperienze, da Madrid a Londra, in cui spesso si è arrivato allo scontro con i propri ragazzi.
Oltre a tutte queste faccende extra-campo è la bacheca a piangere. Dal 2003 al 2012 sono stati ben venti i titoli nazionali ed internazionali conquistati con Porto, Chelsea, Inter e Real, contro i quattro degli ultimi nove anni. A Roma è stato chiamato proprio per questo, riportare alla vittoria una piazza ormai disabituata ad alzare trofei – l’ultimo nel maggio 2008 – ma per far sì che questo accada serve il vecchio leone Mou, non la versione pallida degli ultimi anni.